In questo clima italiano sempre più caldo tra tagli e spese pazze esiste una categoria di cui si parla poco, perché nell’immaginario comune, è da sempre considerata “privilegiata”, ma che esattamente come gli operai delle acciaierie di Terni o di Piombino o dell’Elettrolux, rischiano il posto di lavoro: sono i dipendenti provinciali.
Secondo quanto previsto e approvato i circa 30mila lavoratori delle province dovranno essere ricollocati all’interno degli uffici di Regioni, Comuni e Stato, ma nel primo caso, cioè di passaggio all’ente regionale, non godranno degli stessi privilegi dei dipendenti regionali.
Sulla base dei tagli previsti dalla legge di stabilità infatti ci sarà una diminuzione di 1 miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017 nei finanziamenti previsti per province e città metropolitane; l’entità di questi tagli, si capisce, non potrà essere garante nel mantenimento dei servizi essenziali per il cittadino.
E quando si parla di servizi essenziali, si intende la gestione e messa in sicurezza delle oltre 5.100 scuole superiori e dei 130 mila chilometri di strade nazionali, e poi ancora la tutela dell’ambiente e gli interventi contro il dissesto idrogeologico, questione scottante dopo gli ultimi disastri avvenuti nelle settimane scorse in diverse città e periferie italiane.
E d’altronde come dare torto ai migliaia di dipendenti provinciali che non sanno più che fine farà il loro posto di lavoro, se ci sarà un passaggio a un altro ente o se non ci sarà più alcun lavoro.
Proprio perché conscio dello stato di agitazione dei dipendenti provinciali, il presidente della provincia di Modena, Gian Calo Muzzarelli, ha scritto a tutti i sindaci della sua provincia, nel tentativo di rassicurare gli animi, dopo l’annuncio di una legge di stabilità poco serena: “nei nuovi assetti delle funzioni di valorizzare le competenze e le esperienze maturate all’interno dell’ente (…) ci siamo mossi da subito per avviare una riorganizzazione interna e di contenimento delle spese, in modo da non farci cogliere impreparati dal riordino”.
Il presidente si schiera anche dalla parte dei suoi dipendenti e chiede “maggiori certezze e garanzie in un momento così difficile che vede ancora una volta scaricare sui dipendenti pubblici i costi della crisi e vogliamo salvaguardare, e valorizzare, il patrimonio professionale che i dipendenti della Provincia rappresentano per l’intera comunità modenese”.
Fonte: ilgiornale / upinet /bologna2
Valentina Stipa