Il prossimo 8 novembre, le piazze dovranno essere gremite di gente consapevole e informata. Per questo, in vista della grande giornata di manifestazione nazionale, i sindacati del settore sanità promuovono iniziative di confronto e informazione per i cittadini, nella speranza di avere un appoggio anche solo metaforico, alla loro battaglia per i diritti e contro i tagli.
“Il sistema dell’assistenza fatica sempre più a rispondere alla domanda di salute, tra liste di attesa che si allungano, posti letto che diminuiscono, regioni in cui non si riesce più a garantire i livelli essenziali delle prestazioni. Per non parlare della prevenzione, a cui viene destinato appena lo 0,5% della spesa sanitaria complessiva quando la media europea è del 2,9”.
Questi numeri devono essere divulgati tra i cittadini che pagano e usufruiscono – o dovrebbero farlo – del sistema sanitario nazionale.
Per poter garantire risposte adeguate ai bisogni di assistenza dei cittadini si deve puntare sull’innovazione, sulle tecnologie, sullo sviluppo delle competenze e sull’interazione tra i diversi servizi offerti per ottimizzarne l’efficienza.
Questo dovrebbe essere l’obiettivo del governo per la sanità pubblica, che, va da sé, non può certo passare sotto la scure di nuovi tagli. I sindacati vedono ancora uno spiraglio e auspicano un confronto vero e serio sul patto per la salute per poter portare le loro idee al tavolo delle trattative in tema di organizzazione del lavoro e contrattazione, con l’intento comune di trasformare la riforma della Pubblica Amministrazione in un vero e proprio processo di rinnovamento per il paese.
Eh sì, qualcosa da salvare nell’attuale sistema sanitario nazionale italiano deve esserci.
Poiché dalla classifica stilata da Bloomberg, che ha considerato i dati forniti da Banca Mondiale, Fmi e Oms, il nostro sistema sarebbe il terzo al mondo in termini di efficienza, alle spalle di Singapore e Hong Kong.
Questa classifica prende vita da un’indagine condotta su 51 Paesi con una popolazione superiore ai 5 milioni, con un Pil di almeno 5mila dollari americani e con un’aspettativa di vita che supera i 70 anni.
Certamente su base teorica questa classifica è attendibile. Ma l’attendibilità non va sempre di pari passo con la credibilità. Per chi vive in Italia, dire che il nostro sistema sanitario è il terzo migliore al mondo e il primo in Europa se non assomiglia a una bestemmia ci va molto vicino. Sia dalla parte degli utenti che da quella dei componenti il settore.
Fonte: quotidianosanita / ilsole24ore / lospiffero
Valentina Stipa