Abbiamo già avuto occasione di sottoporre all’attenzione dei nostri lettori i prossimi concorsi pubblici nell’ambito dei carabinieri ad esempio.
Ma l’autunno è periodo di bandi anche per altri ambiti del comparto sicurezza.
Ad esempio la marina, il cui bando scadrà il 4 ottobre prossimo, che mette a disposizione 1980 posti. O la polizia, del cui concorso però al di là dell’annuncio che ci sarà, e prevedrà 459 assunzioni anche tra i civili, ancora non si hanno dettagli sui tempi.
Una curiosità però vale la pena di sottolinearla. Questo concorso non avrà più il vincolo dell’altezza di un metro e 65 centimetri per i partecipanti.
Secondo indiscrezioni la pubblicazione del bando per polizia dovrebbe avvenire entro fine mese e anche in termini di requisiti si prevede saranno in linea con quelli degli altri concorsi pubblici delle forze dell’ordine. Di fatto però fino all’uscita del bando tutto rimane in via ipotetica.
Se ci si basa sui requisiti solitamente richiesti nei bandi riguardanti le forze armate, possiamo riassumerli con la licenza media e un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Non essendoci più il parametro dell’altezza, ci saranno certamente altri vincoli fisici da dover rispettare.
Le prove verteranno certamente su un test scritto anche in tema di lingue straniere e conoscenze informatiche.
Chi vincerà il bando avrà accesso a un corso di formazione di 6 mesi, alla fine del quale si prenderà servizio per ulteriori 6 mesi. Terminato anche quel periodo arriverà la nomina di agenti effettivi con assegnazione a un ufficio diverso da quello di residenza.
Sempre secondo indiscrezioni novembre dovrebbe essere il mese giusto anche per un nuovo bando di concorso per agenti di polizia penitenziaria.
A parità di requisiti, anche il concorso per entrare nella polizia penitenziaria avverrà sulla base di due prove, una scritta – solitamente un questionario di cultura generale – e una prova fisica e psicoattitudinale.
La vera novità di questi concorsi riguarda però l’accesso dei civili, secondo quanto stabilito dall’art. 10 del Decreto legislativo del 28 gennaio 2014, n. 8.
A partire dal 2016 infatti le selezioni non solo saranno aperte anche a coloro che non hanno svolto servizio nelle forze armate, ma dal 2018 la percentuale di assunzioni per i posti riservati ai civili salirà fino al 75%.
Fonte: blastingnews / bloglavoro
Valentina Stipa
Concorsi pubblici sono selezioni di personale che vengono indette per ricoprire ruoli statali nelle varie categorie, ad esempio, polizia municipale, carabinieri, dipendenti comunali….
I concorsi pubblici vengono annunciati tramite bandi di concorsi pubblicati tanto dalla gazzetta ufficiale come dalle proprie amministrazioni interessate, oppure sui quotidiani locali. In ogni singolo bando di concorsi pubblici sono presenti i requisiti di partecipazione e la modalità per la presentazione di domande.
Pertanto, prima di partecipare ai concorsi pubblici è necessario controllare i bandi di concorso per verificare che siano rispettati tutti i requisiti. Inoltre, bisogna controllare che le caratteristiche della figura ricercata siano coerenti con il proprio profilo professionale.
Tra le diverse tipologie di concorsi pubblici bisogna segnalare:
In questa modalità di concorso per dipendenti pubblici i posti vengono assegnati ai candidati con le votazioni migliori nella prova scritta e orale.
Questa modalità di concorso non è molto comune e consiste nell’assegnazione dei posti disponibili in base ai “titoli” posseduti, ovvero titoli di studio, anzianità lavorativa, pubblicazioni, ecc…
In questo caso i candidati ricevono un punteggio dato dalla combinazione delle votazioni tra gli esami e i titoli posseduti
Questa modalità di concorsi pubblici viene gestita da un ente di formazione e i candidati devono realizzare una prova di selezione per poter frequentare il corso e ottenere l’abilitazione ad una determinata posizione lavorativa.
La domanda di partecipazione ai concorsi pubblici deve essere presentata entro la data di scadenza presente nel bando di concorso e secondo lo schema in allegato riportando tutte le informazioni che, secondo la legge, i candidati devono fornire. Se non c’è un modello specifico, la domanda per i concorsi pubblici può essere presentata su carta semplice e indirizzata all’ente banditore.
Dati obbligatori presenti nella domanda di concorsi pubblici
- Nome e cognome
- Data e luogo di nascita
- Codice fiscale
- Residenza
- Cittadinanza italiana
- Titolo di studio
- Idoneità fisica all’impiego
Inoltre, i candidati devono dichiarare di non essere mai stati condannati per delitti penali né aver in corso procedimenti penali.
La domanda deve essere inviata tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno oppure personalmente presso la sede dell’amministrazione pubblica che pubblica il concorso.
Le particolarità dello svolgimento di ogni concorso è presente nel bando in questione, ma in generale, i candidati che hanno fatto la domanda di partecipazione, devono presentarsi il giorno della prova scritta con i propri documenti d’identità.
Ovviamente, non è possibile parlare né comunicare tra i candidati durante lo svolgimento delle prove. Gli esami scritti devono essere presentati su carta con il timbro d’ufficio e la firma di un membro della commissione esaminatrice.
Fonti: Concorsipubblici.com / Ingrage.it
Il 3 settembre scade il concorso per l’assunzione, da parte dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica presso l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire), di 52 docenti a tempo indeterminano nelle qualifiche di:
- Ricercatore (terzo livello professionale)
- Tecnologo (Terzo livello professionale)
- Dirigente Amministrativo di II fascia
RICERCATORI
- N. 9 unità di personale per l’Area Ricerca e Sviluppo per la Comunicazione, Documentazione, Nuovi linguaggi (IIIRIC-COM/DOC-INDIRE/2012)
- N. 18 unità di personale per l’Area Didattica, Formazione e Miglioramento (IIIRIC-DID/FOR-INDIRE/2012)
TECNOLOGICI
- N.8 unità di personale (terzo livello professionale)
DIRIGENTi AMMINISTRATIVO
In questo caso il concorso pubblico prevede il reclutamento a tempo indeterminato di due Dirigenti amministrativi di seconda fascia per i Servizi Finanziari contabilità, bilancio e per gli Affari Generali e giuridico-amministrativi
- N. 1 unità di personale per i Servizi Finanziari contabilità, bilancio (DIRAMM-FIN-INDIRE/2012)
- N. 1 unità di personale per gli Affari Generali e giuridico-amministrativi (DIRAMM-GEN-INDIRE/2012)
Le domande di partecipazione nel concorso devono essere presentate entro il 3 settembre, via Internet, compilando l’apposito modulo elettronico disponibile sul sistema step-one del Progetto Ripam.
Informazione ufficiale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 3-8-2012
Per ulteriori informazioni è disponibile l’indirizzo mail iscrizioni.ripam@formezitalia.it e il recapito telefonico 06/82888788 (dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 16,00).
TABELLA RIASSUNTIVA
Tipo | concorso |
Contratto | tempo indeterminato |
Ente | enti pubblici statali agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica |
Fonte della Gazzetta Ufficiale | gazzetta n. 60 del 03/08/2012 |
Posti disponibili | 52 |
Occupazione | ricercatoretecnologo e dirigente |
Provincia Regione |
Tutte le provincieTutta Italia |
Titolo di studio richiesto | economia formative e sociali giurisprudenza scienze politiche |
Scadenza bando | 03/09/2012 |
Anteprima Bando | |
AGENZIA NAZIONALE PER LO SVILUPPO DELL’AUTONOMIA SCOLASTICA CONCORSO (scad. 3 settembre 2012) Indizione di n. 4 procedure concorsuali finalizzate all’assunzione di complessive 52 unita’ lavorative a tempo indeterminato delle qualifiche di Ricercatore – Terzo livello professionale, Tecnologo – Terzo livello professionale e Dirigente amministrativo di II fascia, presso l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. (Indire). | |
Il Ministero ha pubblicato le base dei concorsi pubblici –
borse di studio per le vittime del terrorismo e la criminalità organizzata.
Leggi la circolare.
Fonte: Sindacato dei Poliziotti uniti dalla base
Aspettativa Dipendenti pubblici. Si tratta della possibilità che hanno i dipendenti statali di assentarsi dal lavoro, in casi precisi e per periodi di tempo più o meno lunghi. Una sorta di anno sabbatico dei dipendenti pubblici insomma.
L’aspettativa prevede il congelamento del rapporto di lavoro, in questo modo anche la retribuzione viene sospesa. Questa opportunità è prevista e regolamentata dal contratto collettivo nazionale, il quale prevede diverse tipologie di aspettativa, in base alle motivazioni o alle necessità per cui viene richiesta. ma quali sono i principali motivi che spingono un dipendente pubblico a chiedere un periodo di aspettativa dal proprio lavoro? Vediamo insieme i casi più frequenti.
I dipendenti pubblici, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, hanno il diritto ad accedere all’aspettativa per motivi personali o di famiglia. Durante il periodo di aspettativa non è prevista nessuna retribuzione e questi mesi non vengono calcolati per l’anzianità di servizio.
Va precisato che l’amministrazione si riserva di accordare la sospensione del periodo di aspettativa, nel caso questa sia compatibile con l’organizzazione e le esigenze di servizio. La richiesta deve essere quindi accompagnata da giustificazioni “meritevoli di apprezzamento e tutela secondo il comune consenso, in quanto attinenti al benessere, allo sviluppo ed al progresso del dipendente, come singolo o come membro di una famiglia”. La gravità della giustificazione dunque non è un parametro rilevante ai fini della richiesta di aspettativa per motivi familiari, e soprattutto non vincola il datore di lavoro all’obbligo di concederla, se questa va a incidere sull’operatività dell’amministrazione.
In altre parole, se il datore di lavoro ritiene che l’assenza prolungata del dipendente potrebbe avere ripercussioni sull’efficienza dei servizi, può negare l’aspettativa.
Altro diritto del datore di lavoro è quello di poter richiamare il dipendente pubblico in aspettativa, qualora le ragioni per le quali è stata concessa non siano più valide. Allo stesso modo, anche il dipendente può riprendere volontariamente il lavoro, senza attendere la scadenza dell’aspettativa richiesta.
Il mancato rientro in servizio comporta per il dipendente pubblico la risoluzione del rapporto di lavoro.
Se si tratta di aspettativa dipendenti pubblici per assistenza a figli minori di 6 anni, il periodo di aspettativa (fino a 170 giorni) è utile, ai fini della pensione, ai sensi dell’art. 1, comma 40, lett. a) della legge 335/95.
Nel caso di dipendenti statali o parastatali, il periodo massimo di aspettativa dipendenti pubblici per motivi personali è di 12 mesi nell’arco di tre anni. Se invece parliamo di dipendenti di enti locali, il periodo massimo è di 12 mesi in un triennio da utilizzare al massimo in due momenti.
I dipendenti pubblici non possono sfruttare due periodi di aspettativa, anche per motivi diversi, in modo continuativo ma devono aspettare almeno:
- 4 mesi se dipendenti statali e parastatali
- 6 mesi se dipendenti comunali
La normativa vigente vieta la possibilità di usufruire, in modo contemporaneo, di periodi di aspettativa per motivi di famiglia, per la cooperazione in paesi in via di sviluppo, per i corsi di dottorato e per quelle estere.
Tra una richiesta di aspettativa e l’altra deve trascorrere un periodo di tempo di almeno 6 mesi, nei quali il dipendente deve aver svolto servizio attivo in modo continuativo.
I dipendenti pubblici hanno il diritto a varie tipologie di aspettativa per vincere un concorso in amministrazioni, enti o aziende, diverse dalla propria sede di lavoro. Si tratta di assenze per sostenere il periodo di prova nel nuovo lavoro.
L’aspettativa per vincitori di concorso prevede un periodo massimo di 6 mesi.
In questo tipo di aspettative ci sono alcune eccezioni. Infatti, alcuni contratti prevedono che i dipendenti pubblici con un contratto a tempo indeterminato che abbiano vinto un concorso possano accedere ad un’aspettativa per tutta la durata del contratto di lavoro a termine.
Coloro che vengono ammessi a corsi di dottorato possono richiedere un’aspettativa dipendenti pubblici per motivi di studio, senza retribuzione, per l’intera durata del corso. Questo periodo è utile ai fini dell’anzianità di servizio e ai fini pensionistici.
Questa possibilità vale non solo per i dipendenti pubblici, ma anche per quelli privati, che abbiano maturato 5 anni di servizio continuativi presso la medesima azienda o ente.
La legge prevede la possibilità, per dipendenti pubblici con un contratto a tempo indeterminato, di assentarsi dal lavoro, senza retribuzioni e per un massimo di 12 mesi, per avviare un’attività imprenditoriale. Questo periodo non è utile per l’anzianità di servizio.
L’aspettativa per avviare un’attività non è un diritto, ma è la propria amministrazione a decidere se accettare le richieste oppure no. In caso di diniego però, deve motivare la decisione.
L’assenza massima che può essere richiesta in questo caso è di 12 mesi nell’intera vita lavorativa. Questo tipo di aspettativa è frazionabile e supera i limiti previsti per i pubblici dipendenti allo svolgimento di una seconda attività, poiché il dipendente rinuncia al suo stipendio per l’intero periodo.
I dipendenti pubblici con un coniuge che lavora all’estero possono chiedere un’aspettativa non retribuita per una durata corrispondente al periodo di tempo in cui permane la situazione che l’ha originata. Essa può essere revocata in qualunque momento dal datore di lavoro per imprevedibili ed eccezionali ragioni di servizio, con preavviso di almeno quindici giorni.
Questa è una possibilità prevista solo per i dipendenti pubblici ed è vincolata all’impossibilità dell’amministrazione di trasferire il proprio dipendente nella stessa località di residenza del coniuge.
Aspettativa per cooperazione o attività solidarie
La legge prevede periodi superiori a 4 mesi e inferiori a 4 anni per progetti di Cooperazione allo sviluppi; durante questo periodo di aspettativa, i dipendenti pubblici percepiscono gli assegni fissi e continuativi, ad eccezione delle quote di aggiunta di famiglia, della indennità integrativa speciale, delle indennità inerenti a specifiche funzioni ed incarichi ovvero connesse a determinate condizioni ambientali, e comunque degli emolumenti legati all’effettiva prestazione del servizio in Italia.
Anche questa possibilità non riguarda in via esclusiva i dipendenti pubblici, ma può essere estesa anche ai privati.
I dipendenti volontari possono richiedere:
– fino a 30 giorni di assenza di seguito per un totale massimo di 90 giorni all’anno, da investire in attività di soccorso e assistenza in catastrofi e calamità; il limite dei 90 giorni può essere aumentato fino a 180, qualora venga dichiarato uno stato di emergenza nazionale;
– fino a un massimo di 10 giorni di seguito e 30 giorni all’anno, per le attività formative, di pianificazione e di simulazione delle emergenze.
Aspettative per Dipendenti con condizioni psicofisiche particolari
E’ una tipologia di aspettativa riservata a dipendenti con problemi di droghe, alcol cronico o debilitazioni. Inoltre, i dipendenti pubblici con familiari, entro il terzo grado ovvero conviventi stabili, che hanno iniziato il progetto di riabilitazione, hanno diritto ad un’aspettativa non retribuita (per motivi di famiglia) per tutta la durata del progetto. Il rientro in servizio deve avvenire entro 15 giorni dalla conclusione del progetto.
Fonti: FpcGil / Diritti Sindacali / mobilitapubblicoimpiego
Valentina Stipa