This entry was posted on mercoledì, ottobre 16th, 2013 at 09:00 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
A rischio oltre 70 mila lavoratori anche a tempo determinato e senza ammortizzatori sociali nel settore pubblico dopo l’approvazione al senato del decreto D’Alia pubblicizzato come quello “salva-precari”. O questo almeno è l’allarme dei segretari generali delle associazioni di categoria dei dipendenti pubblici: Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa) dopo il voto del senato, lasciapassare verso la Camera per la conversione definitiva in Legge con 137i voti a favore, 57 contrari e un solo astenuto, hanno dichiarato all’unisono che “non c’è la volontà politica di risolvere il problema del precariato nella Pubblica amministrazione e quanto avvenuto in commissione bilancio del Senato, ne è una chiara dimostrazione”.
Prima di tutto mantiene il piano di salvataggio per migliaia di lavoratori atipici della pubblica amministrazione fino al 2016. In questo anno quindi i posti riservati ai precari andranno a esaurimento. Le graduatorie degli anni precedenti che non hanno trovato riscontro nelle assunzioni perderanno la loro validità nel 2017, in corrispondenza del piano di rientro dei precari. Inoltre il 50% dei posti nei concorsi pubblici verranno riservati per i prossimi 4 anni a dipendenti o ex dipendenti che abbiano maturato almeno 3 anni di lavoro nell’ultimo quinquennio.
Oltre ai provvedimenti per i precari, il decreto approvato a Palazzo Madama riguarda anche altri aspetti della pubblica amministrazione come l’acquisto e la spesa del parco auto che non potrà eccedere il 60% di quella sostenuta nel 2013; stesso ragionamento da estendere anche alle consulenze ridotte all’80% rispetto all’anno in corso.
Vengono anche cancellate da questo decreto le 120 assunzioni previste nell’Agenzia della Coesione Territoriale che viene comunque istituita a supporto delle pubbliche amministrazioni per la gestione dei fondi comunitari. Ultima modifica: le visite fiscali non saranno più di competenza dell’Asl, ma diventeranno dell’Inps.
Le lamentele dei sindacati di categoria non vertono tanto su quanto stabilito, quanto sulle mancanza di questo decreto: “Nel testo approvato non c’è nemmeno una vera e propria proroga dei contratti, che è limitata a quelle poche amministrazioni locali che avranno i margini per permettersela. Proroga che assolutamente dovrà essere fatta prima della scadenza di fine dicembre, se si vuole evitare la paralisi dei servizi”. E in effetti il decreto ha esteso il blocco dei contratti relativo al triennio 2010-2012 fino al 31 dicembre 2014 e ha previsto un taglio del 10% della spesa degli straordinari a decorrere dall’anno 2014.
I sindacati avevano proposto diversi emendamenti al testo per migliorarlo nella sostanza e la loro opera di modifica non si ferma neanche dopo l’approvazione.