This entry was posted on martedì, giugno 28th, 2016 at 08:26 and is filed under Forze Armate. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
È inutile girarci intorno, dare la colpa un po’ a destra e un po’ a sinistra. La verità è che il punto focale di questo riordino delle forze armate riguarda solo e soltanto le risorse.
119 milioni per l’anno in corso più 28 per l’anno prossimo, di cui solamente 36 destinati alla polizia di stato.
Come si può pensare sulla base di questi numeri che esista anche solo la possibilità di offrire crescita professionale e avanzamento di carriera con un corrispettivo economico adeguato a tutti gli appartenente alle forze armate?
È utopico per usare un eufemismo. È ridicolo se ragioniamo sulla base di fatti concreti.
Proviamo a focalizzare l’attenzione sui punti che nell’attuale testo non trovano l’accordo delle parti in causa, in particolare del sindacato autonomo di polizia Sap.
Il primo punto riguarda l’assegno per incarico speciale. L’assistente capo con 10 anni di esperienza in questo ruolo ha diritto a questo contributo economico per lo svolgimento di funzioni di ufficiale PG “in sede”. Cosa accade se si viene trasferiti? Il rischio di perdere l’assegno, è molto concreto.
La partecipazione al concorso per la promozione a vice sovrintendenti oggi è aperta a tutti coloro che hanno più di 4 anni di servizio; il riordino prevede che gli anni di servizio dovranno essere 5 e impone il vincolo dell’età anagrafica di meno di 40 anni di età. È una condizione peggiorativa rispetto a quella attuale.
Il mancato accordo tra le parti in causa è evidente e si inizia già a parlare di proroga di almeno 6 mesi alla delega di legge. In questo caso, si potrebbe addirittura pensare di rimettere mano all’erogazione delle risorse ulteriori con la prossima legge di stabilità.
La richiesta del Sap, che trova il consenso anche delle altre parti sindacali, è quella di “un progetto di riordino sui presupposti di quello passato alla camera dei deputati nel 2006 (…) Non devono essere disperse risorse destinate al riordino semplicemente per ripianare gli organici e dare attuazione al ruolo speciale, poiché si tratta di condizioni già esistenti a cui bisogna solo dare attuazione e le coperture di bilancio già disponibili”.
La riflessione è d’obbligo. Una legge che mette mano a una situazione pre esistente deve andare a migliorare le condizioni, non a peggiorarle. Serve quindi un cambio di rotta immediato e un ripensamento globale del progetto in questa ottica.
Fonte: Sap
Valentina Stipa