This entry was posted on giovedì, novembre 10th, 2016 at 08:47 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
In Italia il destino economico e non solo di molte categorie di lavoratori è legato all’approvazione della Legge di stabilità.
Il comparto sicurezza e il suo famigerato riordino delle carriere è senza dubbio uno dei punti più discussi. Ma anche il futuro della scuola passa attraverso la legge di stabilità. E lo fa su due canali.
Il primo è quello dell’aumento degli organici e il secondo è quello dell’aumento stipendiale.
La trasformazione delle 25 mila cattedre, di cui 5 mila di sostegno in organico vero e proprio – ammesso che questi numeri vengano confermati – avrà una copertura da parte delle istituzioni pari a 140 milioni per il 2017 e intorno ai 400 per l’anno successivo.
Quando si parla di inserimenti in organico, non si può ignorare la situazione attuale degli inserimenti nelle graduatorie ad esaurimento dei diplomati magistrali e degli abilitati TFA e PAS.
La questione si fa tanto più spinosa perché vige ad oggi l’anarchia più assoluta tra gli uffici scolastici, suddivisi tra chi pone una data di scadenza per le ordinanze cautelari e chi invece rispetta le sentenze e modifica di conseguenza le graduatorie.
In entrambi i casi la confusione regna sovrana. Cosa fa il miur di fronte a tanto caos? Nulla. Semplicemente aspetta. Nella speranza che si concluda.
In termini di risorse economiche, il rinnovo contrattuale e quindi l’aumento delle retribuzioni dovrebbe attingere ai quasi 2 miliardi stanziati dal governo per il 2017, che sfiorano i 3 miliardi per il 2018.
Le cifre appena fornite non comprendono solo il comparto scuola, ma l’intero settore del pubblico impiego. Ecco perché si sono forti dubbi sul fatto che saranno sufficienti per gli ambiziosi obiettivi posti dal governo.
Questi importi compaiono nell’ultima versione della manovra di stabilità e sono riviste al rialzo rispetto a quelli inseriti nelle prime bozze della legge, dove addirittura il plafond per la scuola non trovava neanche menzione.
In generale la spartizione delle risorse verrà effettuata attraverso dei decreti dedicati del presidente del consiglio. Ma basta una mano di conti approssimativa per capire che l’aumento stipendiale non andrà oltre le 40 euro nette di media. Un po’ pochino.
Per questo i sindacati hanno già chiesto un ulteriore sforzo alle istituzioni e hanno annunciato anche per il prossimo 9 novembre un sit-in di protesta davanti a Montecitorio, insieme al comparto sanità.