Fonte: sostenitori.info
La globalizzazione ha anche i suoi effetti negativi. Lo vediamo ormai tutti i giorni ai telegiornali. Mischiare culture troppo diverse tra loro in contesti non pronti ad accogliere innesca meccanismi di discriminazione e violenza con conseguenze drammatiche per i singoli e per la società che li circonda.
In questo senso il carcere rappresenta da sempre un terreno estremamente fertile in termini di radicalizzazione di ideologie estreme e di proselitismo. Vi abbiamo già parlato di quanto ad esempio i fanatici dell’Isis trovino all’interno delle mura carcerarie un contesto ideale per inculcare la loro ideologia malata.
È chiaro quindi che diventa di fondamentale importanza avere del personale di polizia penitenziaria formato per affrontare questa nuova realtà, riconoscerne i pericoli ed evitare che si trasformi in una bomba ad orologeria.
In questa ottica l’amministrazione penitenziaria ha deciso di riprendere un percorso interrotto nel 2013 e nato l’anno precedente e ricominciare i corsi di formazione per prevenire forme di radicalizzazione violenta e proselitismo.
A differenza degli anni precedenti, questa iniziativa vedrà coinvolte anche le risorse che si occupa degli aspetti psicologici dei detenuti all’interno degli istituti carcerari.
Lo scopo è quello di fare squadra per sviluppare una strategia comune che prevenga questi fenomeni, i quali, se non tenuti sotto controllo potrebbero avere ripercussioni anche a livello internazionale, tanto è potente il loro modus operandi.
Oltre a venire a conoscenza di tecniche di prevenzione della diffusione di ideologie violente, il corso ha messo a disposizione dei partecipanti nozioni sulla cultura islamica e il conseguente superamento dei pregiudizi che derivavano dall’ignoranza sul tema.
Il corso prevede anche dei laboratori finalizzati al confronto e allo scambio proprio per divulgare idee ed esperienze nell’ottica di gestione delle questioni più critiche in maniera concertata e condivisa. Il materiale didattico utilizzato sarà quello messo a disposizione nell’ambito del progetto europeo ISDEP – improving security by Democratic Participation – finanziato con il fondo europeo per la prevenzione e la lotto contro il crimine.
La durata del corso sarà di 21 ore su tre giornate e si svolgerà all’interno delle scuole dell’amministrazione penitenziaria. Saranno direttamente i provveditorati e le direzioni scolastiche a dover organizzare tali corsi, con al possibilità di cambiare istituto rispetto a quanto indicato nella direttiva dell’amministrazione.