This entry was posted on venerdì, aprile 26th, 2013 at 08:01 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Chi ha detto che l’Italia si sta riprendendo?
Ho sentito in questi giorni alcuni messaggi positivi riguardo il futuro economico dell’Italia, che permetterebbero un rilassamento delle misure anticrisi, ma sinceramente penso che in questo momento la realtà sia ben diversa: un governo non ce l’abbiamo, e i candidati si concentrano su loro stessi dimenticando i veri problemi dei cittadini.
Il Pil non crescerà quest’anno e il debito pubblico si trova ai massimi storici. Le piccole e medie imprese stanno chiudendo e gli imprenditori non sanno più cosa fare per evitare licenziamenti e per andare avanti. La disoccupazione continua a crescere e colpisce soprattutto ai più giovani.
Cosa c’è di positivo in tutto questo?
Proprio niente direi.
Per quel che riguarda la pubblica amministrazione, la sicurezza sul posto di lavoro non esiste più: finora la categoria più colpita dai licenziamenti è stata quella degli insegnanti precari e con un contratto a tempo determinato, ma d’ora in poi, a rischiare sono anche gli impiegati pubblici a tempo indeterminato.
Secondo ha pubblicato il Sole 24 Ore, la situazione degli statali si annuncia delicata “innanzitutto dovranno essere gestite le eccedenze di personale rispetto ai reali fabbisogni facendo leva su quattro strumenti: pensionamenti ordinari e in deroga, part time, mobilità volontaria e obbligatoria (massimo due anni dopo i quali scatterebbe il licenziamento). Resta poi da sciogliere il nodo della nuova riforma del pubblico impiego, come evidenzia anche il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, nel report conclusivo sull’attività svolta dal suo dicastero: «Affrontare in maniera organica il rapporto tra lavoro pubblico e privato». La strada suggerita è quella di un provvedimento, magari un disegno di legge delega, incentrato su professionalità, valutazione, merito che tocchi anche il tema delle relazioni sindacali”.
Questo significa che la UE presenterà nuove condizioni per poter accedere al fondo di salvataggio per l’Italia e, chi pagherà il conto?
Gli statali, come al solito.