This entry was posted on giovedì, febbraio 28th, 2013 at 09:17 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Oltre i 3 milioni di dipendenti pubblici in Italia non avranno aumento di stipendi, almeno fino al 2014 grazie ad un decreto, proposto da Patroni Griffi e dal ministro dell’economia, Vittorio Grillo, e che ora deve firmare il ancora presidente Mario Monti.
Patroni Griffi spiega che si tratta di un atto di dovere visto che non ci sono soldi per affrontare gli aumenti. Il provvedimento, secondo Italia Oggi, contiene che “non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche cosi come individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e successive modificazioni”.
Foto: Targatocn
Uno dei settori più colpiti per il decreto che blocca gli stipendi è quello della scuola, con un milione di dipendenti, che inoltre vedrà bloccati gli scatti di anzianità per tutto il personale della scuola.
Il medesimo decreto recita che per gli anni 2013 e 2014 non ci sarà neanche il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale. “In deroga alle previsioni di cui all’articolo 47 bis, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2011, n. 165 e successive modificazioni, e all’articolo 2, comma 35 della legge 22 dicembre 2008, n. 303, per gli anni 2013 e 2014 non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento di incrementi a titolo di indennità di vacanza contrattuale che continua a essere corrisposta nelle misure di cui all’articolo 9, comma 17, secondo periodo, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78/2010”.
L’indennità di vacanza contrattuale, riguardante agli anni 2015-2017, è calcolata in base alle modalità individuate dai protocolli e dalla normativa vigente. Ma ci sarà un nuovo meccanismo per calcolare l’inflazione da recuperare.
Uno dei primi a protestare è stato Confedir, Confederazione dei Dirigenti Pubblici, che ha definito la situazione di “apocalittica”.
Il delegato della segreteria generale, Marcello Pacifico, denuncia che si tratta di un decreto illegittimo e annuncia una campagna legale per tutelare tutti i dirigenti e dipendenti pubblici a cui viene negato un diritto, quello alla retribuzione al lavoro, da conferire obbligatoriamente in proporzione al lavoro svolto.