This entry was posted on giovedì, febbraio 9th, 2017 at 09:36 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha finalmente trovato un intesa con le sigle sindacali Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals-Confsal in tema di contratto integrativo di mobilità sul personale docente.
La notizia è di pochissimi giorni fa e ha portato a una dichiarazione soddisfatta e orgogliosa del neo ministro Fedeli. “Ringrazio le organizzazioni sindacali e l’amministrazione per il lavoro svolto. Come ho sottolineato anche in Parlamento, illustrando le Linee programmatiche di questo Ministero, dobbiamo tutti lavorare per centrare tempestivamente e nel migliore dei modi possibili tutti i passaggi necessari per iniziare, senza le difficoltà del passato, il prossimo anno scolastico”.
Di fatto rispetto a quanto era stato accordato lo scorso dicembre non è cambiato molto.
Il tutto dovrà svolgersi in una fase unica per ogni grado scolastico; ogni docente senza distinzione di anzianità di servizio potrà presentare domanda ed esprimere fino a 15 preferenze, indicando gli ambiti che le scuole fino a un massimo di 5 per queste ultime.
Queste regole sono valide sia per gli spostamenti all’interno della stessa provincia che fuori.
Questo contratto avrà validità esclusivamente per l’anno 2017/2017 e prevede tra le altre cose anche lo svincolo dall’obbligo di permanenza triennale nel proprio ambito o nella propria scuola; questo è possibile grazie a quanto è stato deciso nella legge di stabilità ovvero il passaggio di una parte dell’organico di fatto in organico di diritto comporterà una variazione dell’organico della scuola.
Tale svincolo non prescinde però dalla garanzia della continuità scolastica, prerogativa decantata e prevista dalla Buona Scuola.
Nonostante l’accordo segni un punto di tregua tra le parti, tra i sindacati di categoria c’è chi coerentemente, ha deciso di non accettare di buon grado questa intesa.
È il sindacato della Gilda che grida tutta la sua insoddisfazione: “per noi si tratta di coerenza. Siamo stati in piazza contro la buona scuola contro gli ambiti, la chiamata diretta, il licenziamento dei precari dopo 36 mesi ora non possiamo abbassare la testa. I colleghi hanno ottenuto qualche risultato ma non basta”.
Al di là delle prese di posizione però non si può non riconoscere che questo accordo, se non altro, cancella definitivamente l’algoritmo, nelle mani del quale era la scelta dei docenti. Questo è senza dubbio un passo avanti positivo.