This entry was posted on lunedì, luglio 2nd, 2012 at 16:55 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
“Il treno è storie, ma anche geografie” dice Alessandro Bergonzoni, rendendo perfettamente l’idea di come questo mezzo di trasporto, carico di storia, di vite intrecciate, di addii, di ritorni e di passaggi cruciali della vita di molti, sia anche uno strumento di conoscenza di luoghi vicini eppure mai esplorati, di colori e campagne che cambiano al variare delle stagioni, di geografie appunto.
Foto: mondoviaggiblog
Chi non è mai saluto su un treno? Tutti ognuno per motivi ed esigenze differenti ha usufruito di questo serpentone rumoroso e veloce almeno una volta nella propria vita. C’è però chi passa buona parte della propria esistenza sul treno: i pendolari. Per scuola, lavoro, università, vita sentimentale. I pendolari sono di molti tipi e categorie, comprendono tutte le età e non conoscono distinzione di sesso.
La mobilità pendolare nel nostro paese riguarda un quarto della popolazione e ha fatto registrare una crescita del 60% negli ultimi 15 anni.
Quello del pendolarismo è un fenomeno che ha conosciuto una forte espansione negli ultimi anni legata soprattutto ai processi di diffusione abitativa che hanno modificato le concentrazioni urbane. I costi delle abitazioni nei centri urbani hanno provocato una accentuata migrazione verso le periferie cittadine e una crescente utenza per il trasporto pubblico, sia esso su rotaia o su gomma.
L’aumento smisurato del carburante ha fatto il resto: se prima la percentuale di pendolari era maggiore tra coloro che utilizzavano l’automobile come mezzo di spostamento, oggi la tendenza è cambiata e si preferisce utilizzare quando possibile mezzi di pubblica utilità come metropolitane, autobus e treni appunto che oltre a ovviare al problema oneroso della benzina diventano luoghi di incontro e conoscenza, di scambi e in un qualche modo anche di relax: scontrarsi con volti, odori e colori ogni giorno differenti permette alla propria mente di viaggiare e di allontanarsi dalle questioni angustie che ci assillano nella giornata.
Viaggiando in treno ti imbatti in frammenti di vita altrui che altrimenti non conosceresti mai: genitori alle prese con bambini indisciplinati; anziani non avvezzi ai viaggi che ad ogni stazione guardano frementi fuori, per essere sicuri che ancora non sia la loro fermata; ragazzini che tentano di sfuggire ai controllori e adolescenti che si coccolano furtivamente sotto l’occhio falsamente distratto di una distinta signora seduta di fronte.
Ma i veri pendolari, quelli che lo fanno da anni, che hanno la vita scandita dallo stridente rumore dei treni sui binari e dal suono del campanello che annuncia un arrivo o un ritardo li riconosci subito: sono coloro che sul treno si dedicano ad attività rilassanti: un libro, le parole crociate, un riposino, un po’ di musica. Sono coloro che vivono il treno come parte della loro giornata. Sul treno sono a loro agio, un po’ come fosse anche quel posto casa loro.
Sei un insegnante pendolare? Passi le tue giornate in treno? Raccontaci la tua storia……