Mobilità, chiamata diretta, assegnazioni provvisorie, graduatorie d’istituto. Sono solo alcuni delle tematiche che trovano scadenza nel mese appena iniziato. Un mese complesso per la scuola, a quanto pare.
Ma la scadenza che accomuna tutti, non solo nel comparto scuola è certamente quella del pagamento delle retribuzioni. Peccato che anche su questo fronte molti docenti a tempo determinato abbiano riscontrato parecchi ritardi anche di un mese. In alcuni casi addirittura non risulta neanche pronto il cedolino con la data di esigibilità, cioè di accreditamento dello stipendio.
Inutile dire che il centralino di NoiPA è subissato di chiamate per chiedere spiegazioni e soprattutto tempi di risoluzione di questa mancanza. Noi cerchiamo di darvi qualche indicazione sui primi passi da fare per uscire da questa incresciosa situazione.
Prima di tutto è necessario verificare se la scuola per la quale si è prestato servizio ha autorizzato il pagamento. questa verifica serve per capire in quale punto del percorso si è arenato il percorso della retribuzione; se la scuola ha autorizzato il pagamento significa che il blocco arriva dalla ragioneria territoriale dello stato della provincia. Come mettersi in contatto con questo ente? Consultando il sito rgs.mef.gov.it e selezionando prima la propria regine e poi la propria provincia di lavoro.
In questo modo si accede all’area nella quale si possono trovare i recapiti telefonici e logistici dell’ufficio competente. La situazione però potrebbe essere più complessa di un inghippo amministrativo. La ragioneria infatti eroga a fronte dello stanziamento del Miur. Stanziamento che non è possibile verificare…
In questa valle di lacrime però ci sono anche alcuni eventi positivi a cui è giusto dare spazio per ricordare che la scuola Italia non è tutta negativa, ma ci sono iniziative di pregio che la rendono prestigiosa.
Lo scorso autunno il ministero dell’istruzione aveva lanciato un bando di concorso a carattere nazionale dal titolo “la scuola al centro” con lo scopo di favorire il potenziamento dell’offerta formativa delle scuole, contrastare la dispersione scolastica e favorire l’inclusione sociale. Questo bando rientrava nella più ampia sperimentazione per l’apertura straordinaria, in estate, delle scuole in quattro città: Milano, Roma, Napoli, Palermo.
“La Scuola al Centro è stato un bando molto innovativo, lanciato dal precedente governo per rafforzare la scuola quale punto di riferimento delle comunità territoriali, a partire naturalmente dalle ragazze e dai ragazzi e dalle loro famiglie, che in molti progetti saranno protagoniste attive della realizzazione delle attività proposte (..) Grazie al bando avremo un primo importante potenziamento dell’offerta in orario extra scolastico, con una attenzione significativa allo sport. Nel solco di questa esperienza, a gennaio, abbiamo lanciato un piano in 10 azioni attraverso una serie di bandi che consentiranno di qualificare ulteriormente l’offerta formativa, per una scuola sempre più aperta, anche in orari diversi da quelli abituali, innovativa, inclusiva. Una scuola sempre più capace di rispondere alle sfide educative presenti e future, una scuola davvero di tutte e tutti, strumento di mobilità sociale e spazio di innovazione”. A dirlo è l’entusiasta ministro Fedeli.
Fonte: orizzontescuola / blastingnews
Valentina Stipa
Pochi giorni fa la polemica che il numero di bocciati al concorso indetto dal ministero per entrare di ruolo a insegnare nelle scuole materne ed elementari. Oggi una nuova polemica nel mondo della scuola.
E c’è da dire grazie a quei severi commissari che hanno rimandati a casa centinaia di candidati. Perché di fatto a settembre prossimo solo 1 vincitore su 10 potrà davvero avere accesso al posto fisso promesso. E per tutti gli altri? Inizia una logorante attesa. Con la premessa che la validità delle graduatorie non potrà andare oltre i 26 mesi.
Ma come è possibile? E pensare che al momento della polemica sul numero tropo elevato di bocciati, qualcuno sorrise miseramente, pensando che in alcune regioni avevano superato la prova scritta un numero di candidati inferiore al numero dei posti messi in palio. E allora? Cosa è successo?
Facciamo un passo indietro per capire meglio la situazione attuale.
Il concorso ha messo in palio un numero complessivo di cattedre pari a 17.299 da suddividere nel triennio di validità delle graduatorie. Peccato però che lo scorso anno le cose non siano andate come dovevano.
Nonostante il bando prevedesse una validità triennale delle graduatorie, nessuno dei candidati che ha superato con successo le prove, è stato assunto. La motivazione del flop è legata all’enorme numero di candidati da inserire nel corpo docenti che hanno fatto slittare tutte le procedure regionali oltre la scadenza del primo settembre scorso.
Quindi facendo un conto approssimativo, con lo slittamento dello scorso anno, il fabbisogno di cattedre dovrebbe aggirarsi intorno alle 8500. Il numero invece di quelle disponibili, tenendo presente pensionamenti e trasferimenti, non supera i 3600, delle quali, la metà vanno di diritti ai precari. Quindi la disposizione reale dei posti è di meno di 1800. Uno ogni dieci appunto.
La reazione di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a questa notizie è chiaramente forte: “che senso ha superare una selezione ferrea e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano pur in presenza di posti liberi? La mancata assunzione degli idonei penalizzerebbe anche la continuità didattica: il nuovo concorso a cattedra, che dal 2018 tornerà a essere aperto a tutti i laureati, porterà in ruolo i docenti a titolo definitivo non prima del 2022”.
Nonostante il quadro che emerge dopo questi numeri sia drammatico, per dovere di cronaca va precisato che il triennio di validità delle graduatorie è diverso da regione a regione.
Fonte: repubblica
Valentina Stipa
“L’aggiornamento delle graduatorie sta portando alla luce una allarmante realtà: tanti giovani laureati e tanti lavoratori precari di altri settori stanno letteralmente assalendo le nostre sedi per avere uno spiraglio di luce nel complesso e faticoso cammino nel mondo dell’insegnamento”.
A dirlo è Salvo Inglima, segretario generale di CISL Suola Bergamo a fronte dell’aumento inaspettato di lavoro che si trovano a gestire i sindacati di categoria in tema di presentazione domande per le graduatorie di seconda e terza fascia utili per le supplenze con validità provinciale.
Ricordiamo prima di tutto proprio le scadenze di queste presentazione: entro il 24 giugno prossimo la domanda dovrà essere fornita in forma cartacea, e poi, dal primo al 20 luglio, si dovranno indicare le preferenze utilizzando la piattaforma on line.
La situazione quasi inverosimile che si è creata all’interno delle sedi dei maggiori sindacati di categoria è lo specchio di questa riforma. La sintesi dell’immenso scarto che si registra tra domanda e offerta di lavoro nel comparto scuola. E non solo purtroppo.
A questo poi vanno aggiunte tempistiche a dir poco strette che di sicuro non aiutano il fluido svolgersi dell’iter amministrativo di presentazione. “Le nostre scuole avranno a disposizione praticamente meno di sei giorni (dal 24 al 30 giugno, comprensivi di un sabato e di una domenica) per esaminare le domande ricevute, controllarne la regolarità e inserirle a sistema. Tempi ristrettissimi, che mettono a dura prova uffici già alle prese con organici inadeguati e col divieto di sostituire il personale assente”. A sottolinearlo è Maddalena Gissi, segretario generale Cisl Scuola.
Perché al di là dei numeri immensi di questa corsa contro il tempo per presentare domanda, il vero problema rimane la poca chiarezza: come ad esempio il fatto che i prossimi concorsi che saranno riservati a coloro che abbiano maturato almeno 36 mesi di servizio o siano in possesso dei 24 crediti formativi Universitari conseguiti in attività psicopedagogiche.
Ricordiamo poi che chi supererà questo concorso dovrà svolgere un corso di formazione triennale, un tirocinio e solo alla fine di questo e percorso approderà alla vera e propria funzione di docente.
Fonte: bergamonews / angeparl
Valentina Stipa
Supplenze Brevi: informazioni utili ad uso del supplente temporaneo e dei dirigenti scolastici.
Le supplenze brevi e temporanee sono sostituzioni temporanee e copertura di posti disponibili della scuola durante un tempo determinato e breve, per qualsiasi motivo. La gestione delle supplenze in ogni struttura scolastica è competenza del dirigente scolastico che, per organizzare queste sostituzioni, farà uso delle graduatorie di circolo e d’istituto.
Le supplenze saltuarie vengono utilizzate per questioni strettamente necessarie a garantire il servizio d ‘istruzione e dopo aver provveduto alla sostituzione del docente assente con altri insegnanti della scuola.
- Supplenze nella scuola elementare: la supplenza di docenti che si assentano fino ad un massimo di 5 giorni nella scuola elementare avviene nelle ore di simultaneità non impegnate per le attività stabilite dei docenti nell’ambito del modulo o del plesso di conferimento e nell’orario d’insegnamento programmato per ciascun docente.
- Supplenza Breve nella scuola secondaria: è possibile realizzare le sostituzioni usando i docenti in servizio nella medesima scuola anche oltre il limite di 11 giorni e fino ad un massimo di 15 giorni.
Nel caso di supplenze per docenti con orari d’insegnamento strutturati in varie scuole, ogni scuola procede alle supplenze brevi in modo autonomo.
Le supplenze possono essere in qualsiasi momento revocate se non esiste più la necessità che le ha determinate.
La convocazione per la stipula di un contratto per supplenze saltuarie o brevi brevi avviene tramite fonogramma o telegramma (nel caso di supplenze di almeno 30 giorni). Questi documenti devono indicare:
- Tipologia di posto disponibile
- Orario di lavoro settimanale
- Giorno e ora di convocazione
- Ordine di graduatoria in cui si trova ciascun aspirante
- Possibilità di delegare le supplenze temporanee
- Ubicazione dell’ufficio dove si svolgerà la convocazione
La rinuncia nel caso di supplenze brevi non comporta alcun effetto, ma l’abbandono comporta la perdita della possibilità di conseguire qualsiasi tipologia di supplenza conferita nell’anno scolastico in corso.
Vista la corta durata di questo tipo di supplenze sono da considerare servizio, ad effetti di retribuzione e ferie, tutti i giorni ricadenti nel periodo in questione, anche festività. Ovvero, domeniche, festività infrasettimanali, giorni liberi, giorni di sospensione delle lezioni per motivi imprevisti.
Nel caso di assenza prolungata dal lavoro dei titolare sostituito, le supplenze vengono prorogate in automatico, a decorrere del giorno successivo da quello di scadenza del contratto precedente.
I docenti con supplenze saltuarie ad orario non intero, hanno il diritto ad accettare altre proposte di lavoro per conseguire il completamento d’orario, sempre che il dirigente scolastico responsabile accerti la compatibilità d’orario tra le ore già tenute dal supplente e quelle da conferire.
Nello stesso anno scolastico non è possibile prestare servizi di insegnamento, in modo contemporaneo, nei diversi ordini di scuola. Nello stesso modo, non è possibile prestare simultaneamente servizi come docente e come personale ATA.
Fonti: MIUR / Xoomer
Patrizia Caroli
Tra le novità introdotte dalla legge 107/2015 c’è anche la formazione obbligatoria per i docenti, uno dei punti focali della Buona Scuola, in quanto stadio fondamentale per garantire agli studenti un corpo docente preparato e quindi una scuola maggiormente efficiente.
“Investire nella formazione vuol dire investire nei ragazzi e quindi nel futuro. Certo la formazione deve essere al passo con i cambiamenti e quindi è utile apprendere con metodi e strumenti sempre più innovativi. In questo modo daremo anche più valore agli insegnanti e al ruolo fondamentale che ricoprono all’interno della società. Dopotutto la crescita di un Paese passa anche attraverso competenze e formazione di qualità che possono renderci competitivi nel mercato del lavoro”. Questo il pensiero del MIur, espresso dalla senatrice Angela D’Onghia, sottosegretaria proprio al dicastero della scuola.
Per facilitare l’accesso alla formazione per i docenti, il Miur dallo scorso 22 maggio ha messo a disposizione degli insegnanti delle scuole statali una piattaforma informatica chiamata S.O.F.I.A. attraverso la quale si procede all’iscrizione nel sistema operativo per la formazione e per l’aggiornamento.
Questa iniziativa del ministero rientra tra gli obiettivi che si è prefissato sull’agenda 2010 sullo sviluppo sostenibile, ovvero quello di garantire un corpo docente di alta qualità. Dare il buon esempio è un ottimo modo per iniziare; da qui la creazione di un sistema informatico dedicato. S.O.F.I.A in pratica non è altro che un grande raccoglitore di informazioni di iniziative di formazione dedicate ai docenti.
All’interno del sistema, ogni insegnante avrà la possibilità di iscriversi direttamente all’evento di suo interesse. Questa piattaforma creerà un vero e proprio percorso mano a mano che la formazione del docente va avanti e sarà in grado di indicare eventuali anomalie o miglioramenti da perseguire. Un vero e proprio tutor informatico insomma.
Per iscriversi alla piattaforma formativa SOFIA si dovrà accedere a istanze online e seguire la procedura indicata. Servirà il proprio codice fiscale per effettuare il login e poi accedere all’area riservata e infine al portale della governance della formazione. Per completare la registrazione, basterà confermare e si entrerà immediatamente nella piattaforma. Terminata la procedura con l’inserimento dell’indirizzo di posta elettronica, il docente riceverà una mail di conferma avvenuta registrazione.
Da quel momento in poi inizia l’avventura nel magico mondo della formazione.
Fonte: blastingnews / tecnicadellascuola
Valentina Stipa