This entry was posted on giovedì, gennaio 19th, 2017 at 09:35 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Anno nuovo. Nuovo governo. Ma i problemi non cambiano. Le questioni spinose rimangono e le prospettive continuano a non essere per nulla rosee. Almeno questo è quanto emerge ad oggi, dopo l’approvazione di una legge di stabilità in un’ottica di assoluta coerenza con l’esecutivo precedente.
Il tema del riordino delle forze armate, con i relativi contratti di lavoro e bonus retributivi è tutt’altro che chiaro, ma proviamo comunque a fare insieme il punto, analizzando tutti questi aspetti, uno per volta.
Iniziamo questa analisi parlando del bonus retributivo, oggetto di forti discussioni nei mesi scorsi. Il bonus è stato confermato, verrà erogato a partire dal mese prossimo e comprenderà anche gli arretrati.
Cattive notizie invece sul fronte del vero e proprio riordino delle carriere. Si parla addirittura di un possibile rinvio della famigerata Legge Madia, legato proprio al cambio di esecutivo appena avvenuto.
Il Governo Gentiloni sembra infatti intenzionato a emanare decreti attuatiti della Legge Madia per i soli punti riguardanti l’accordo raggiunto con i sindacati di categoria lo scorso 30 novembre in tema di rinnovo del contratto.
Proprio prima di fine anno, la commissione interforze Sergenti e Sovrintendenti, si era riunita per affrontare il tema delle risorse finanziarie in tema di riordino carriere, concludendo che “con il senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto le azioni della Commissione Interforze della categoria, pur non avendo ricevuto il testo coordinato tra le diverse amministrazioni per dare concretezza al ruolo negoziale delle Rappresentanze, è stato chiesto un urgente incontro con le Autorità di Vertice delle Amministrazioni di Polizia e delle Forze Armate”.
Il nodo da sciogliere secondo la commissione riguarda il mancato riconoscimento delle anzianità giuridico-economiche nella fase transitoria, ai fini sia dell’avanzamento che delle progressioni economiche, il quale avrebbe come conseguenza quella di generare disparità all’interno del medesimo ruolo.
La commissione tuttavia non si nasconde dentro a una critica sterile e, comprendendo che tale diniego sia legato alla mancanza di risorse di carattere economico, propone la dirigenzializzazione, basata sull’effettivo merito.
Le prossime settimane saranno certamente decisive per capire le intenzioni dell’esecutivo attualmente in carica e il destino di tutte le promesse del precedente Governo Renzi in tema di riordino.
Staremo a vedere. Molti di noi, con le dita incrociate.