This entry was posted on martedì, settembre 27th, 2016 at 07:31 and is filed under Dipendenti Statali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
Fonte: cobascuolatorino.it
“C’è stato uno spostamento di mesi, ma ci sarà”. Non una grande rassicurazione quella del ministro Stefania Giannini in merito al nuovo ciclo TFA, era atteso per gennaio 2016 ed continuamente rinviato a data da destinarsi. Dunque tutto fermo per quei docenti che vorrebbero conseguire l’abilitazione.
La necessità del nuovo ciclo TFA è legata proprio al fatto che i primi laureati con il nuovo sistema abilitante non ci sono ancora, dunque serve un palliativo fino a quando il nuovo percorso accademico non darà i primi frutti.
Unica news che il ministro dà al giornalista di repubblica durante l’intervista di pochi giorni fa è che il nuovo ciclo TFA sarà attivato solo per le classi di concorso esaurite, sulla base del fabbisogno effettivo di docenti, e che sarà l’ultimo, oltre il quale si continuerà le lauree abilitanti non a pagamento, abbinato al tirocinio nelle scuole.
La prima affermazione del ministro riguardo al fatto che le abilitazioni saranno aperte solo alle classi di concorso esaurite non è stata presa bene dai circa 600 mila docenti coinvolti, i quali prestano la loro professione in maniera regolare tramite supplenze annuali o brevi.
Se quanto affermato dal ministro Giannini corrisponde alla verità, molti docenti si vedrebbero chiudere la porta in faccia, considerando tra le altre cose che i precedenti percorsi abilitanti non hanno mai coperto effettivamente i posti vacanti e disponibili.
Ma per il ministro Giannini la vita è dura anche sul fronte dei trasferimenti. Dopo l’affermazione del MIUR del 14 settembre scorso secondo la quale “l’algoritmo ha funzionato: su 207.000 procedure di mobilità soltanto il 2,5% è stato interessato da rettifiche”, i sindacati si sono agitati non poco. E si inizia a parlare di “numeri che non corrispondono alla realtà” e del “17% di collocazioni sbagliate: praticamente un docente trasferito su sei”.
Non vogliamo schierarci con nessuno, sia chiaro, ma un dato di fatto va sottolineato con una certa forza: pensare che il 97,5% dei docenti sia stato trasferito in modo regolare come afferma il ministro appare fantascientifico. Se non altro perché i conteggi che riguardano questo benedetto algoritmo vanno fatti sui trasferiti in ambiti territoriali, dunque meno della metà dei 207mila complessivi.
Una guerra aperta anche questa sui trasferimenti che non vede la fine. Anzi si estremizza dichiarazione dopo dichiarazione. Nuocendo senza meno a tutto il mondo della scuola.