Polizia Ferroviaria: 2500 stazioni, 16,000 chilometri, 8000 treni per un totale di 1,500,000 passeggeri al giorno. Bastano questi numeri per capire l’importanza della polizia ferroviaria, nata all’inizio del secolo scorso e che oggi conta 153 posti di polizia, 27 sottosezioni e 17 sezioni su tutto il territorio nazionale.
I compiti di questa categoria lavorativa sono svariati e su più fronti; infatti, assicura in generale un viaggio, in sicurezza a tutti i passeggeri che transitano dalle stazioni italiane, impedendo reati all’interno delle stazioni e sui treni. La polizia ferroviaria compie anche azioni di assistenza e tutela dell’ordine pubblico nel caso di manifestazioni che si svolgono o transitano all’interno di stazioni.
La polizia ferroviaria, conosciuta più comunemente come Polfer, possiede sale operative di ultima generazione, richiedendo così anche ai suoi operatori un costante aggiornamento in termini di know-how. Intraprendere la carriera nella polizia oggi equivale quindi a svolgere una funzione, anche sociale in evoluzione continua, che richiede professionalità dinamiche e qualificate.
Come per tutte le forze armate, anche la carriera all’interno della polizia ferroviaria inizia con un concorso pubblico. Il bando serve per entrare all’interno della Polizia di stato, che dipende direttamente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, da cui poi tramite concorsi interni, si può scegliere l’assegnazione alla polizia ferroviaria.
La pubblicazione del concorso per polizia contiene tutti i requisiti che si devono o possedere per poter partecipare.
In generale l’accesso al concorso per diventare poliziotto e successivamente entrare nella polizia ferroviaria è vincolato a requisiti formativi e fisici precisi:
- La cittadinanza italiana e un diploma di scuola media inferiore
- non aver compiuto i 30 anni
- possedere qualità fisiche specifiche come l’altezza una massa muscolare idonea
I concorsi per entrare in polizia ferroviaria si svolgeranno sempre su due prove, la prima scritta al cui superamento si accede a quella fisica.
La prova scritta per accedere alla carriera nella polizia ferroviaria è composta da un questionario a risposta multipla su argomenti di cultura generale, una prova di lingua straniera e di informatica di base.
Il superamento della prova scritta è un passo avanti verso la carriera nella polizia ferroviaria e fa accedere alla prova fisica (artt. 3 4, del D.M. 30 giugno 2003, n. 198) dove vengono istituite apposite commissioni chiamate a valutare i partecipanti al concorso per polizia ferroviaria.
I vincitori del concorso per polizia ferroviaria diventano allievi agenti della Polizia di Stato e iniziano un corso di formazione di 6 mesi, superati i quali ne iniziano altri sei in qualità di Agenti in prova fino alla qualifica di Agenti effettivi e all’assegnazione al reparto di polizia ferroviaria.
fonte: poliziadistato / militariforum / nuoviconcorsi / notiziediprato
Scatti di anzianità 2011. Saranno rimborsati ad aprile/maggio 2013 e potranno arrivare a 3.000 euro lordi.
Molto si è parlato in questi giorni sugli scatti di anzianità 2011 e la confusione tra i docenti è considerevoli. Riprendendo le indicazioni di alcuni rappresentanti sindacali, cercheremo di mettere un po’ di ordine. Ieri finalmente è stato firmato l’accordo per il pagamento degli scatti di anzianità docenti corrispondenti al 2011 che prevede una decurtazione del fondo di istituto per pagare gli scatti arretrati.
Il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha affermato al rispetto che “con l’intesa si riconosce, per tutto il personale, l’anno 2011, così come accaduto per il 2010, ai fini della anzianità e si garantisce il pagamento con tutti gli arretrati per coloro, circa 200 mila, che hanno maturato lo scatto al 31 dicembre 2011. Il pagamento dovrebbe avvenire tra aprile e maggio”.
Il sindacato UIL ha spiegato che se gli scatti di anzianità 2011 vengono rimborsati a maggio, con un aumento per anzianità a decorrere dal 2012, il calcolo degli arretrati si ottiene includendo anche i quattro mesi ( gennaio – aprile 2013) all’aumento annuale riportato in tabella per i diversi profili e per le diverse anzianità.
Ecco alcuni esempi spiegativi:
Bisogna sottolineare inoltre che il personale della scuola che ha maturato gli scatti di anzianità 2011, proprio nel corso del 2011, ha diritto anche ad aggiungere i mesi a decorrere dalla dada di decorrenza dell’anzianità.
Fonte: Tuttoscuola / UIL Scuola
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Come abbiamo saputo qualche giorno fa, dal 11 febbraio sono previste le prove scritte del concorso a scuola per docenti. Molti degli insegnanti che dovranno affrontare le prove avranno bisogno di qualche giorno di ferie, o almeno, di alcune ore di permesso per svolgere questi esami scritti. Infatti, le sedi saranno fissate nei capoluoghi delle regioni italiane e quindi, è ovvio che molti insegnanti dovranno spostarsi.
In alcune regioni (vedi il calendario scolastico 2013), con motivo del carnevale, saranno sospese le lezioni e lì, i docenti non avranno problemi, ma in tutti gli altri casi, è una buona norma tutelarsi per tempo.
Per questo motivo procediamo ad analizzare la normativa, in base alle ferie e i permessi, per lo svolgimento del concorso a scuola 2013.
L’articolo 19 del CCNL 2006 2009 prevede permessi specifici per insegnanti e personale ATA non di ruolo, per la realizzazione di esami e di concorso a scuola. Si tratta di 8 giorni all’anno, non retribuiti, compresi i giorni per il viaggio. Inoltre, questi giorni interrompono la maturazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti, secondo lo stesso articolo.
Le ferie rappresentano una buona alternativa alla richiesta di un permesso non retribuito. Nel caso del personale docente, le ferie sono regolate dall’articolo 19 comma 2.
Il giorno di ferie è concesso dal dirigente e non deve implicare oneri per la scuola, pertanto le sostituzioni non possono essere coperte con supplenze a pagamento.
Regolato dall’articolo 15, comma 1, è possibilmente l’opzione giusta per piccoli spostamenti e convocazioni pomeridiane. I permessi brevi sono: “brevi permessi di durata non superiore alla metà dell’orario giornaliero individuale di servizio, e, comunque, per il personale docente fino ad un massimo di due ore”.
I permessi brevi vengono concessi in base alla disponibilità di sostituzione con personale in servizio. Inoltre, vengono recuperati entro i due primi mesi lavorativi successivi. Se non c’è modo di recuperare le ore, l’amministrazione ha la facoltà di ritenere una somma pari alla retribuzione corrispondente a quelle ore non recuperate.
Gli insegnanti e il personale ATA di ruolo invece, hanno la facoltà di chiedere permessi retribuiti per lo svolgimento di esami e di concorso a scuola. Infatti, l’articolo 15 comma 1 del CCNL prevede il diritto a 8 giorni per anno, ivi compresi quelli corrispondenti al viaggio, retribuiti per la partecipazione a concorsi od esami.
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Concorso Docenti: Qualche giorno fa sono state pubblicate le date per lo svolgimento delle prove scritte del concorso docenti. Nello specifico, i 88.610 insegnanti che hanno superato la prova preselettiva del concorso docenti dovranno realizzare le prove scritte dall’11 al 21 febbraio nelle sedi di strutture scolastiche dei capoluoghi di regione.
Il numero di scuole individuate per poter accogliere le prove si aggira tra 300 e 500 strutture. Il prossimo 25 gennaio saranno pubblicate le liste definitive per ogni regione. Le scuole verranno assegnate in base a criteri di rotazione per fare in modo che gli studenti non devano subire troppi giorni di sospensione delle lezioni.
La prova scritta consterà di 3 o 4 domande a risposta aperta sui programmi disciplinari allegati al bando e i contenuti indicati nelle diverse avvertenze generali.
Le risposte dovranno essere scritte in un foglio di 4 facciate prestampata, una per quesito. Inoltre, i candidati avranno a disposizione altri fogli in bianco da utilizzare come bozza, che non saranno consegnanti con la prova stessa.
Per la valutazione delle prove scritte del concorso docenti saranno applicati criteri di ”pertinenza”, ”correttezza linguistica”, ”completezza” e ”originalità”’, ed eventualmente di criteri specifici, in base ad ogni materia. Questi criteri sono stati stabiliti a livello nazionale ma ogni commissione ha la facoltà di modificarli, sempre che i cambiamenti siano giustificati.
Ogni domanda avrà un punteggio da zero a dieci e la somma di tutti i punteggi sarà la votazione definitiva. In questo modo, le prove scritte del concorso docenti da 4 quesiti potranno ricevere un massimo di 40 punti nella votazione, mentre che quelle composte da 3 quesiti potranno ricevere un massimo di 30 punti.
Per superare l’esame sarà necessario ottenere una votazione minima di 28 punti nelle prove di 4 quesiti, e di 21 punti nelle prove di 3 quesiti.
Foto: Mondo24.it
Ricordo quando ero piccola e la scuola era importante. Mia mamma me lo diceva sempre: “devi andare a scuola, comportarti bene ed imparare tanto”. Sono stata educata per rispettare la scuola pubblica e gli insegnanti perché i valori, presenti a casa mia, erano quelli di la scuola pubblica è futuro, la scuola è crescita e la scuola sono opportunità.
Ho sempre creduto a questi principi, a quella della scuola pubblica, e sono diventata insegnante. All’inizio, qualche anno fa il mio lavoro era davvero soddisfacente per me, pensavo di essere la persona più fortunata del mondo per avere la possibilità di formare persone che un giorno sarebbero stati adulti e professionisti. Mi faceva sorridere il fatto di pensare che magari un giorno i miei alunni mi avrebbero ricordata con certa tenerezza, è bella questa cosa.
Invece, oggi qualcosa è cambiata. Purtroppo, ad oggi, i valori non sono più quelli e la scuola pubblica non è più futuro ma quasi una pesantezza o un punto sul quale risparmiare.
Una volta, gli insegnanti della scuola pubblica erano in tanti per garantire una corretta attenzione agli studenti ed una formazione di qualità. Ad oggi sono sempre di meno: il calo di alunni ha provocato nel 2007 la chiusura della scuola di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS). Inoltre, sempre nello stesso anno, la legge finanziaria trasformò le graduatorie permanenti provinciali degli insegnanti in graduatorie ad esaurimento. In questo modo, gli ultimi ad avere diritto ad iscriversi sarebbero stati gli specializzandi SSIS dell’VIII Ciclo (organizzato negli Anni Accademici 2006-2007 e 2007-2008), come ricorda bene un articolo pubblicato da Elisabetta Michilin su Lindro.it.
Nel 2009, il MIUR riapre, in modo eccezionale, le graduatorie e consente le iscrizioni degli abilitati col IX Ciclo ma poco tempo dopo viene sospeso anche il X Ciclo. E questa è stata la fine della SSIS con la scusa che non c’era bisogno di tanti insegnanti. Perché mai investire nella formazione di insegnanti per la scuola pubblica che dopo sarebbero andati ad occupare le liste di disoccupati?
Quelli magari come me, con vocazione per questo mestiere, hanno seguito il loro sogno e forse hanno fatto bene. Oggi sono precari o supplente nella scuola pubblica (di precarietà in Italia né abbiamo e non poca).
Ora però, di punto in bianco, sono necessari 11.000 insegnanti. Il ministero apre un megastragalactico concorsone e si presentano 300.000 disoccupati con il sogno di poter fare degnamente il loro lavoro. Chi è che non si aspettava questa cosa? Io si.
Ora il MIUR deve fare fronte a una situazione anomala e senza precedenti, non solo in Italia ma neanche negli altri paesi del mondo sono stati affrontati concorsi nazionali di questo tipo. Le procedure e le prove di selezione saranno tutte informatizzate, è necessario preparare postazioni nelle scuole di tutto il paese per accogliere i partecipanti al concorso.
Tutti i giorni, fin dall’inizio, sentiamo critiche dei sindacati, dei docenti, della scuola pubblica, degli studenti, riguardo a quanto sia stato pianificato male questo concorso da tutti i punti di vista, ora mi chiedo come farà il nostro governo a sistemare le cose e a risolvere tutte le questioni che riguardano il concorso a cattedra del prossimo anno?
Fiducia sinceramente non ne ho più, per diversi motivi: ci sono tagli dappertutto e il governo si permette inoltre di dire che le riduzioni miglioreranno l’offerta formativa…..non vi sembra un’ulteriore presa in giro?
Forse è vero che la scuola pubblica non è più necessaria e stiamo andando verso il Si salvi chi può.